Può esistere una società incentrata sull’armonia tra Uomo e Natura? Questo Manifesto intende dimostrare di sì. Le istruzioni in esso riportate si rivolgono anzitutto all’individuo. Perché, riprendendo un’affermazione del grande psicanoalista Carl Gustav Jung, un insieme d’individui immaturi non potrà mai dare una società matura. Tuttavia, anche le regole giuste e correttamente integrate aiutano l’individuo a sviluppare il suo senso morale e a crescere interiormente. Occorre quindi giocare su entrambi i fronti. E la via più efficace che permette di incidere sia a livello individuale, sia a livello collettivo è… l’esempio. Quella stretta di mano, quel patto con la Natura e con l’Anima procede dall’esempio.

La scienza dei sistemi spiega come certi fenomeni complessi, vedi il volo sincronizzato degli uccelli, siano il risultato dell’applicazione di poche e semplici regole da parte di ciascun elemento di un sistema. In effetti, in questo modo il sistema stesso diventa un corpo unico, ordinato e funzionale. È probabile che anche lo sviluppo degli organismi a partire da un codice genetico risponda allo stesso principio. Passo dopo passo, cellula dopo cellula, si costruisce l’organismo a partire da un patrimonio d’informazioni che si esplica in un tempo, in uno spazio e in un ambiente specifici, fino a creare gli organismi super complessi che siamo. Ora, se ciascun individuo seguisse lo stesso principio in conformità ad un numero contenuto di informazioni semplici, logiche e collaudate, tutta la società ne gioverebbe.

Vi sono certamente numerosi fattori di ordine culturale, psicologico, famigliare, educativo, politico, sociale… che entrano in linea di conto, ma quella regola trascende ogni lvello. Essa si ritrova, infatti, a ogni stradio di organizzazione dei sistemi, specialmente in quelli biologici e sociali.

La visione puramente sistemica è però un po’ troppa ottimistica perché di solito fa i conti senza l’oste, ovvero senza la natura umana e le sue perversioni. Occorre ampliarla con altre conoscenze, in particolare quelle psicanalitiche e antropologiche. Certo, è profondamente triste e rivoltante rendersi conto di essere diventati “soggetti consumatori”, di essere considerati non per quello che si è, per le proprie capacità e i valori più nobili, ma solo o soprattutto per il proprio portafogli. Tuttavia, questo moderno statuto di consumatore ci mette anche nelle mani un potere enorme di cui siamo per lo più inconsapevoli: il cosiddetto potere d’acquisto. Si tratta quindi di impossessarsene e di usarlo nel modo migliore.

Per dare un’idea dell’entità di quel potere basti pensare all’energia con la quale i grandi gruppi economici ci corteggiano, a quanto denaro spendono in pubblicità allo scopo di sedurci e convincerci ad acquistare. Ora, se ciascuno di noi usasse il proprio potere di acquisto in modo etico e intelligente, tutta l’economia ne risentirebbe in meglio. Di scelta etica in scelta etica, la massa informe dei consumatori compulsivi si trasformerebbe in un corpo ordinato e intelligente, proprio come lo stormo d’uccelli cui si accennava prima. Questo perché gli attori economici non potrebbero che prendere atto e venire incontro alle esigenze così espresse dai consumatori. Si costituirebbero quindi circoli virtuosi[1] legati per esempio alla ripresa dell’agricoltura contadina, alle produzioni artigianali, alle coltivazioni bio e altri label ancora più etici e benefici per la salute del singolo e dell’intero pianeta.

E’ ragionevole aspettarsi forme di resistenza anche estreme da parte del sistema allo scopo di conservare lo status quo, come per esempio il tentare di mettere i cittadini gli uni contro gli altri attraverso strategie mediatiche e il fomentare nuove guerre onde “fare ripartire l’economia”. Per non cadere nel tranello occorre avere ben chiaro in mente la situazione, il fine cui si aspira, i valori che si intende preservare, nonché la direzione da seguire. Un po’ come farebbe il commandante e il suo equipaggio per governare la nave in un mare in tempesta.

Questo Manifesto si propone semplicemente di fungere da bussola, indicando una via che ciascuno può seguire come meglio crede.

Il primo grande passo da attuare è legato alla presa di coscienza del nostro stato di possessione ad opera del sistema economico[2]. Quel sistema è basato in primis sul PIL, un indice economico obsoleto, diventato un autentico tabu che nessuna nazione osa rimettere veramente in questione. Esso prevede una crescita della produttività di tipo esponenziale, dall’appetito vorace, destinato a distruggere le risorse del pianeta in pochi decenni[3]. L’importante novità introdotta dall’approccio psicoanimistico consiste nell’avere dimostrato[4] che esiste un legame indissociabile tra Psiche e Natura e che in virtù di quel legame la distruzione e il disagio dovuti alle esagerazioni del sistema non riguardano solo il pianeta, ma si ritrovano anche a livello psicologico in ciascun individuo e di conseguenza anche nel corpo sociale. Mondo interiore e Natura sono nati assieme e rimangono inestricabilmente legati. I grandi simboli archetipici dell’inconscio collettivo rimandono tutti al mondo naturale. Si pensi per esempio al Serpente, alla Montagna, al Mare, al Sole, alla Luna, all’Orso, all’Albero della vita, alla Grotta, alla Pietra filosofale… Per questo, distruggendo la Natura si crea un vuoto di forme deleterio, un “anamorfismo psichico” che complica o addirittura impedisce il contatto con la profondità dell’Anima. Per vivere felicemente e recuperare il senso di armonia col Tutto l’uomo deve frequentare la Natura, fino a sentirsene figlio, proprio come le civiltà tribali che vivono nello stesso identico modo da decine di migliaia di anni, curandosi del loro ambiente e facendosene anzi i guardiani.

 

La via della liberazione e del cambiamento si articola in un certo numero di regole fondamentali:

 

1 acquistare merce locale, biologico o biodinamico, comunque prodotti sempre di stagione. Nel caso in cui non fosse possibile, acquistare almeno prodotti nazionali.

2 acquistare solo macchinari la cui produzione si lega a uno sforzo etico, sia per i lavoratori, sia per l’ambiente.

3 non usare plastica ed evitare merce monouso. Munirsi di borsa di tela per la spesa

4 privileggiare i materiali biodegradabili o/e recuperabili

5 realizzare il proprio orto e usare solo fertilizzante naturale

6 boicottare OGM, prodotti dell’agricoltura chimica e della zootecnia

7 creare o incoraggiare le reti di scambio e disincentivare l’uso del danaro

8 in generale superare la logica consumistica facendo durare il più possibile le cose, riparandole piuttosto che sostituirle.

9 per gli spostamenti incentivare l’uso della bicicletta e dei trasporti in comune

10 per il carburante e il riscaldamento, il metano rimane la scelta migliore perché meno inquinante

11 indire votazioni referendarie ogni 3 mesi (come in Svizzera) e sostenere quei movimenti che promuovono la decrescita e la sensibilità ambientale

12 tornare a popolare le campagne

13 difendere i territori, cercare di percepire e di rispettare l’anima dei luoghi

14 frequentare la Natura, difendere le foreste e la biodiversità

 

Associazione Natura & Psiche – 2019

 

[1] In termini sistemici cinte di retroazioni positive.

[2] Per approfondimento vedi A. Fratini, La religione del dio Economia, CSA Editrice, Crotone 2009.

[3] Vedi per esempio la previsione del microbiologo Frank Fenner sulla prossima estinzione della razza umana.

[4] A. Fratini, Psiche e Natura, fondamenti dell’approccio psicoanimistico, Zephyro, Milano 2012.