L'onirologia non condivide i criteri sanitari della diagnosi, prevenzione, cura e prognosi. Capire i propri sogni risponde ad un bisogno connaturale all'uomo, in ogni circostanza.

 

L’onirologo (interprete di sogni): una figura nuova per una tradizione antica

 

Fin da tempi più remoti l’uomo scruta i sogni alla ricerca di preziose informazioni circa la natura delle proprie aspirazioni e del proprio disagio. In tutta l’Antichità i sogni erano tenuti in grandissima considerazione. Come ci spiega Artemidoro[1] (II secolo d.C.), gli antichi avevano un rapporto intenso, quasi “fisiologico” con le immagini oniriche. Rapporto che, purtroppo, i moderni hanno del tutto perso. A quanto risulta dagli scritti e dal materiale tipo ex-voto conservati negli archivi del tempio di Asclepio ad Epidauro, dove si praticava una forma di terapia denominata “incubatoria”, molte guarigioni erano attribuite alla visita del dio nei sogni dei fedeli, e se questi non compariva si riusciva comunque a ricavare dai sogni importanti indizi (sempre mandati da Asclepio) sulla terapia da eseguire o sulla soluzione di un problema. La stessa Bibbia è feconda di sogni e interpretazioni. All’epoca, avvalersi di tale servizio era moneta corrente anche per un Re. Non vi era sovrano che non avesse un proprio interprete di corte o “aeropagita”. Giuseppe, per esempio, seppe leggere nel sogno delle sette vacche magre susseguito a quello delle sette vacche grasse avuti dal faraone, i sette anni di carestia a venire. Si pensi ancora a Daniele che interpretò il sogno avuto dal Re Nabucodonosor, quello della statua composta da quattro metalli diversi che veniva colpita da un sasso e trasformata in montagna, nel senso dei quattro regni di Persia, Babilonia, Grecia e Roma destinati a lasciare posto all’unico Regno di Dio. Nella Roma dell’Impero questi “grandi sogni”, cosiddetti perché si presumeva riguardassero le vicende e il destino dell’intero popolo, erano oggetto di accesi dibattiti persino in senato. Risalendo ancora più indietro nel tempo, secondo alcuni antropologi (in particolare Tylor) furono proprio i sogni a costituire la fonte più probabile della concezione animista che troviamo al centro di tutte le culture indigene. Ancora oggi, esistono civiltà tribali, come per esempio i Naskapi del Labrador e i Guajiro del Nuovo Messico, la cui spiritualità e addirittura anche l’insieme dei loro scambi sociali passano interamente dai riscontri onirici[2]. Nella modernità è stata la psicoanalisi[3] a recuperare le antiche intuizioni sui sogni e a salvarle dal triste destino in cui caddero dopo l’avvento del positivismo e del scientismo (fede nell’onnipotenza della ragione e dell’oggettività scientifica). Sigmund Freud e Carl Gustav Jung soprattutto, con i loro studi approfonditi sulla psicologia dell’inconscio e sul simbolismo onirico, hanno posto le basi imprescindibili per capire le funzioni e svelare i significati dei sogni. Le varie scuole di pensiero psicoanalitico possono anche differire su molti punti, ma la maggior parte di esse concordano significativamente nel concepire l’interpretazione dei sogni come la via regia per l’inconscio (secondo la felice espressione freudiana), ossia la principale via di accesso alle verità dell’anima. Oltre a permettere il recupero di tali verità, troppo spesso dimenticate o volutamente oscurate da spiegazioni esterne al soggetto[4], come possono essere per esempio gli schemi cognitivi o/e comportamentali, i neuroni, gli ormoni, il sistema simpatico o gli “astri”, la comprensione dei propri sogni aiuta col tempo a realizzare quella completezza psicologica espressa dagli antichi alchimisti con l’immagine radiosa e suggestiva dell’ermafrodita incoronato. Tale è infatti lo scopo più elevato di questa via della “cura di sé” ch’è l’interpretazione dei sogni: vivere il più integralmente possibile, coinvolgendo per questo anche le funzioni più inconsce e meno differenziate della personalità, come per esempio l’intuizione, il sentimento, l’immaginazione. E’ indubbio che la nostra società predilige di gran lunga nell’educazione, negli ideali e quindi nella vita concreta di tutti lo sviluppo degli aspetti più razionali, come l’intelletto, la sensazione, il pragma. In questo senso le pressioni sociali possono produrre nelle persone di successo delle gravi carenze e nelle persone meno razionali delle grosse difficoltà di adattamento e di realizzazione.

  

Il compito dell’interprete di sogni è di favorire una conoscenza più approfondita dei propri sogni e quindi di sé, avviando nell’interpretando il dialogo e l’integrazione tra Coscienza e Inconscio. Tale disciplina, che potremmo ribattezzare “onirologia” (scienza dei sogni), è nata in quanto pratica autonoma circa una trentina d’anni or sono in Francia, quando il noto scrittore e psicoanalista Etienne Perrot, già Presidente del prestigioso Groupe d’étude C.G.Jung di Parigi, rendendosi conto dell’importanza primaria del lavoro sui sogni nella prassi junghiana, decise di allontanarsi da una psicoanalisi appesantita dai dogmi e di fondare una propria scuola centrata sulla esperienza onirica. Una scuola dove l’insegnamento sarebbe passata maggiormente dall’anima che non dal freddo intelletto, quindi più dal coinvolgimento emotivo che dallo studio teorico. Scrittore e divulgatore fecondo[5], le sue pubblicazioni sui sogni, la psicoanalisi e l’alchimia hanno dato un notevole imput verso la pratica dell’interpretazione dei sogni.

 

Uno dei princìpi fondamentali dell’onirologia, anch’esso mediato da Jung, può sintetizzarsi nella famosa massima alchemica: opus requierit totum hominem, ovvero “l’opera richiede l’investimento dell’intero essere”. L’onirologo smuove infatti profonde dinamiche psicologiche e finisce per condividere con l’interpretando una esperienza che trasforma e un sapere che va ben oltre le ristrettezze dell’ego. Si tratta pertanto di una attività per la quale è necessaria una adeguata formazione e una forte etica professionale. Il modulo d’insegnamento previsto in quel campo è composto da diversi training formativi, individuali e di gruppo[6], sull’ascolto e sull’interpretazione dei sogni in cui il corsista assume di volta in volta le posizioni di interpretando e di interprete, verificando sulla propria pelle quelli che sono i tempi, le modalità e gli effetti dell’interpretazione. Un’altra regola fondamentale, infatti, è che non ci può essere nessuna interpretazione autentica senza ascolto. E ascoltare non consiste di certo in una mera performance dell’udito, ma in una operazione ben più complessa dai risvolti logici ed empatici. Il linguaggio onirico obbedisce infatti alla logica dell’inconscio, mentre l’empatia rappresenta invece la base del rapporto interpersonale nella pratica onirologica; è quella che permette per esempio l’emergere di una intuizione relativa al senso di un sogno. A completamento del training è previsto un ciclo di lezioni di tipo accademico che spaziano dalla Storia della psicoanalisi, all’esposizione e alla discussione delle sue varie teorie, allo studio del simbolismo onirico con riferimenti alla dimensione archetipica, all’approccio psicoanimistico, alla valutazione degli aspetti professionali, legali e contrattuali relativi alla disciplina.

 

Alla fine, oltre ad avere compiuto una esperienza altamente arricchente sotto il profilo interiore, i corsisti avranno imparato un metodo di interpretazione formativo della persona che permette di entrare preparati e qualificati in un settore ricco di opportunità come quelle delle Risorse Umane e della Relazioni di aiuto. Tale metodo potrà essere proposto e utilizzato sia con singoli clienti, sia presso aziende pubbliche o private e associazioni di volontariato come metodo di formazione del personale volto ad implementare il potenziale umano e a migliorare la comunicazione interpersonale in senso qualitativo (cioè che riguarda l’anima).

 

In effetti, cosa possono significare quelle espressioni tanto declamate dai media, tipo “la qualità dei rapporti” (per esempio tra genitori e figli, tra colleghi di lavoro, tra partner ecc.), se non un rapporto capace di andare oltre ai ruoli perché basato su di una comunicazione carica di quelle valenze legate alla totalità della persona?

 

 Antoine Fratini 



[1] Artemidoro, Il libro dei sogni, Adelphi 1975

[2] Vedi M.L.Von Franz, Rêves d’hiers et d’aujourd’hui, La fontaine de pierre, 1990 e M.Perrin, Les praticiens du rêves, PUF 1992

[3] Proprio L’interpretazione dei sogni (1900) è l’opera di Freud alla quale si fa risalire comunemente la nascita della psicoanalisi

[4] Vedi E.Roudinesco, Pouquoi la psychanalyse?, Fayard 1999

[5] E.Perrot ha pubblicato numerosi libri e decine di articoli su riviste, partecipando anche a diverse trasmissioni presso importanti emittenti radiofoniche francesi e svizzere

[6] Nei training di gruppo è prevista la partecipazione di corsisti di volta in volta diversi, questo per fornire già una certa esperienza di confronto con la diversità e l’unicità delle persone